Perché?
Tutto è iniziato con la mia partecipazione a un programma di teleneuroriabilitazione.
Il percorso formativo si basava sul progetto "SAMBA", un acronimo che fungeva da filo conduttore per una serie di documenti che mi sono stati forniti.
Sebbene tecnicamente corretti, ho sentito che a quei testi mancava qualcosa di fondamentale: l'anima, il vissuto, la voce di chi affronta la sfida ogni singolo giorno.
Ho avvertito una netta scollatura tra la teoria e la pratica, tra le parole scritte e la vita reale.
Da questa insoddisfazione è nata una scintilla creativa.
Perché non scrivere io stesso un "Samba" diverso?
Un "Samba" che danzasse al ritmo della mia esperienza con il Parkinson, che ho ribattezzato "Samba Parky".
Quello che state per leggere non è una critica, ma una proposta.
Non è un manuale clinico, ma il racconto di un percorso fatto di strategie, scoperte e, soprattutto, di una nuova consapevolezza.
Questa è la mia esperienza e la mia visione, con la speranza che possa essere utile anche ad altri.
