Perché P.A.R.K.Y.

Cambiare strategia: dalla guerra alla gestione

Con il tempo ho imparato che serve un'immensa PAZIENZA. 

Non solo per tollerare i sintomi, ma per arrivare a una comprensione più profonda: ingaggiare una "guerra" frontale contro il Parkinson è una strategia che prosciuga le energie. 

Se l'obiettivo è combattere, si finisce per rimanere sfiancati, privi della forza mentale e fisica indispensabile per vivere con leggerezza. 

La vera sfida non è distruggere il nemico, ma imparare a governare la situazione.

In questo percorso, il supporto di chi ci ama è un pilastro, ma non è scontato. 

Dobbiamo essere noi i primi a interrogarci: "Qual è l'AIUTO di cui ho veramente bisogno?". 

Imparare a chiederlo è tanto importante quanto riceverlo.

Il Karma è un'Azione, non un destino

Il viaggio è una maratona fatta di tentativi continui, dove bisogna "RIPROVARE, RIPROVARE e ancora RIPROVARE", senza mai arrendersi alla stanchezza. 

Non è facile, ma è l'unica via per ottenere dei risultati.

Una volta, una persona mi disse che tutto questo era una questione di KARMA

Incuriosito, ho cercato il significato di questa parola e Wikipedia mi ha dato una chiave di lettura inaspettata. 

In Occidente, la traduzione più corretta non è "destino", ma "azione"

Ho capito allora che il mio Karma non è avere il Parkinson. 

Il mio Karma sono le azioni che scelgo di compiere ogni giorno in risposta alla malattia: l'accettazione, la manutenzione, l'impegno nella bocciofila, la decisione di andare avanti.

Questo cambia tutta la prospettiva. 

Non siamo vittime di un fato, ma artefici della nostra risposta.

E così, la domanda finale sorge spontanea: tutto questo agire, tutta questa lotta, tutta questa resilienza... ci porterà a ottenere qualcosa?

La risposta è la più semplice e potente di tutte: YES! 

Non la guarigione, forse, ma qualcosa di altrettanto prezioso: una vita piena, vissuta con dignità, scopo e, nonostante tutto, con leggerezza.

E quindi P.A.R.K.Y. !!!

Cerca