Il viaggio
C'è stato un giorno in cui mi sono svegliato e ho capito che la terra sotto i miei ai piedi era cambiata.
Le strade familiari sono diventate sentieri sconosciuti, i movimenti automatici richiedevano una strana concentrazione e le vecchie mappe non servivano più a nulla.
Molti chiamano quel giorno "il giorno della diagnosi"; per me è stato l'INIZIO del VIAGGIO.
Tante persone vedono questo nuovo mondo come una terra ostile, una prigione da cui fuggire. Si concentrano su ciò che hanno perso, sulla mappa del vecchio mondo che non possono più usare.
Ma è più curiosi, i più testardi fanno una scelta diversa. Mettono via le vecchie mappe, prendono un respiro profondo e iniziano a guardarsi intorno con occhi nuovi.
Hanno capito di non essere prigionieri, ma navigatori.
Questo non è un manuale di sopravvivenza, ma una sorprendente nuova mappa di un mondo inesplorato che è diventato il mio nuovo mondo.
Il primo fenomeno incontrato è il tremore quando sono stanco, quando sono ansioso, quando sono emozionato.
Ho imparato a leggere le sue frequenze, a lasciare la mano tremolante e ad utilizzarla come un nuovo strumento per creare linee che nessun altro potrebbe disegnare, ma che uniscono i puntini dalla mia vita.
Ho conosciuto la lentezza: all'inizio sembra una condanna poi capisci che ti costringe ad osservare i minimi particolari della vita che corre veloce intorno a te.
Ed infine, la rigidità: ogni movimento deve essere pensato, voluto, eseguito con una concentrazione totale.
Alla fine, però, arrivi al traguardo con tremori lentezze rigidità: vivi la tua nuova vita!
