La Bocciofila

Maledetto quel giorno di novembre 2019!

Per capire perché, devo fare un passo indietro. 

Mio papà è stato un grande giocatore di bocce, un "puntista" di Serie A che in carriera ha vinto un'infinità di medaglie e trofei. Per lui, le bocce non erano solo uno sport, erano una mappa del mondo. 

Conosceva a menadito ogni bocciofila di Milano e provincia, al punto che quando gli chiedevo indicazioni stradali, la sua risposta era sempre la stessa: "Certo, via XXX è quella vicino alla Bocciofila ZZZ". 

Questo suo legame viscerale con quello sport mi ha portato, quasi per inerzia, a frequentare quell'ambiente.

Nella zona di Milano dove abito, sopravvive una Bocciofila storica, una delle poche rimaste, fondata nel lontano 1964. Un'oasi di socialità, un pezzo di storia milanese. 

Quando ho smesso di lavorare, ho cominciato a frequentarla, all'inizio solo per poche ore, poi, col tempo, è diventata un appuntamento quotidiano.

Arriviamo a quel fatidico novembre 2019. Era in programma l'assemblea straordinaria per la nomina del nuovo Presidente e del nuovo Consiglio Direttivo. 

La prima convocazione andò deserta: nessuno si era proposto, né come presidente né come consigliere. Silenzio totale. 

Anche alla seconda, il vuoto. 

Si profilava all'orizzonte una terza, imbarazzante assemblea.

Fu allora che, in un pomeriggio, spinto da un impulso che ancora oggi non so spiegare, scrissi il mio nome nella lista dei candidati consiglieri. 

Fui eletto, insieme al presidente uscente che, non avendo alternative, accettò un nuovo mandato. 

Durante il primo consiglio direttivo, con una mossa a sorpresa, mi nominò "Segretario-Tesoriere".

Grosso, grossissimo errore. 

Da parte sua, ovviamente.

Vedete, io avevo lavorato per 37 anni e mezzo in banca (con uno "scivolo" che mi ha condonato gli ultimi quattro e mezzo). In particolare, negli ultimi 25 anni mi ero specializzato in antiriciclaggio. Ero abituato all'ordine, alle procedure, alla trasparenza.

La prima cosa che feci fu ispezionare l'ufficio che avrebbe dovuto contenere tutte le pratiche amministrative, contabili e fiscali.

Aprii ogni cassetto, ogni armadio destinato a contenere i documenti: e cosa trovai? 

Potete scegliere voi la formula: il tutto del niente, o il niente del tutto

Nessuna informazione, nessun bilancio, nessuna pratica. Solo una pila minacciosa di bollette e fatture da pagare, e la notizia di un decreto ingiuntivo in arrivo. 

Un caos totale

Ironia della sorte, io che nel mio lavoro avevo sempre analizzato le aziende dall'esterno, ora mi trovavo a dover gestire dall'interno una ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica) allo sbando, senza la minima idea di come fare.

La prima settimana fu un delirio. 

Ogni giorno, il Consiglio Direttivo riceveva quattro o cinque nuove "rogne" che, sistematicamente, venivano archiviate nel cassetto della disperazione. Alla fine di quella settimana, capii che stavamo affondando. 

Serviva uno "stop and go", un metodo.

Mi inventai un sistema, rudimentale ma efficace. 

Presi un bidone vuoto e lo battezzai: il "Barile della Cacca"

Ogni volta che arrivava un problema, lo gettavo simbolicamente lì dentro. Alla fine di ogni settimana, facevo il punto. 

La logica era semplice: i problemi meno urgenti e pericolosi sedimentavano, diventando strati di "cacca secca" in fondo al barile. 

I problemi urgenti, invece, non si solidificavano: rimanevano liquidi e maleodoranti, in cima al barile.

Questa primitiva ma geniale attività manageriale (che battezzai "Cacare Alert") mi permise di fare un triage immediato. 

Identificai subito il problema più "fresco" e pericoloso e, come prima cosa, bloccai il decreto ingiuntivo.

E poi, quando la situazione sembrava insostenibile, è arrivato il COVID. E posso dirlo senza vergogna: grazie, COVID!

Tutto si fermò per un anno e mezzo: niente fornitori da pagare, niente bollette, niente di niente. 

Questo stop forzato fu la mia salvezza. 

Mi diede il tempo di studiare da zero come funziona una ASD, di analizzare la burocrazia, di pianificare. 

E, soprattutto, di identificare con calma tutta la "cacca più fresca" rimasta nel barile.

All'inizio del 2021, nel Barile della Cacca era rimasto solo il problema più vecchio, per il quale fortunatamente non avevo ricevuto solleciti. 

A novembre di quell'anno, la missione era compiuta: la cacca era stata tutta smaltita.

Nel 2023, l'assemblea straordinaria dei soci mi ha eletto Presidente della Bocciofila. Questa incredibile esperienza mi ha insegnato una regola fondamentale, la più importante di tutte. 

Se non vuoi pensare al Parkinson, devi trovarti un problema. Un problema complesso, assorbente, che ti costringa a usare ogni tua risorsa mentale.

Il Parkinson è un inquilino fastidioso nella tua mente. Se vuoi che stia tranquillo, non devi lasciargli spazio. 

Devi riempire ogni stanza con un progetto, ogni corridoio con una sfida da risolvere. 

Rimanere attivi su altri fronti non ti lascia il tempo di pensare a lui. 

E, a volte, ti fa anche diventare il Presidente di qualcosa che non avresti mai immaginato.

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